giovedì 8 novembre 2012

Una centrale biogas a Lauzacco

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Nei mesi scorsi è stata avviata la costruzione di una centrale a biogas nelle campagne a nord di Lauzacco. Il cantiere ha attirato la curiosità di molti cittadini che a più riprese  hanno chiesto informazioni a riguardo. Nei giorni scorsi si è tenuto presso la sede municipale, un incontro informativo promosso dall'Amministrazione Comunale a cui ha partecipato anche la proprietà dell'impianto. In questa pagina vi riportiamo alcune informazioni raccolte durante l'incontro e da alcuni siti internet. Esse non hanno carattere esaustivo, ma vogliono fornire un primo orientamento sul tema e permettere alcune considerazioni politico-amministrative. 

Il biogas, i vantaggi e le criticità

Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte metano, dal 50 al 80%) prodotto dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici provenienti da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici o fanghi di depurazione, scarti dell'agro-industria. (Wikipedia)

Le centrali che utilizzano questa fonte rinnovabile per produrre energia elettrica si presentano con due grandi cupole affiancate, esse sono i "digestori" dove dalle biomasse si produce il bioetanolo utilizzato poi per generare energia elettrica e anche del calore che viene disperso o riutilizzato per forme di teleriscaldamento. A valle della produzione restano degli scarti di lavorazione da utilizzare come concime.
A questo ciclo virtuoso si aggiungono due vantaggi di carattere economico che stanno favorendo la diffusione di questi impianti. Il primo è l'aumento e la stabilizzazione dei prezzi sul mercato agricolo a beneficio dalle aziende produttrici in particolare di cereali. L'altro è dato dagli incentivi statali alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il nuovo decreto sulle rinnovabili, quello che entrerà in vigore dal 2° semestre 2013, prevede tagli degli incentivi per “allinearli a quelli europei”, ma in realtà per il biogas non saranno consistenti, restando sempre molto conveniente l’investimento e soprattutto la resa, tanto che la corsa al biogas forse non si fermerà neppure dopo il 2013.
Stanno per altro emergendo alcune criticità. La prima è di carattere macroeconomico: l'effetto distorsivo sui prezzi dei prodotti agricoli (meno terra per gli alimenti, meno cibo e a prezzi più alti) ha portato ad acuire le crisi alimentari nei paesi in via di sviluppo.
Altri svantaggi sono di carattere ambientale e sono legati agli odori emessi dalla fermentazione e dalla persistenza di alcuni batteri nel digesto risultante dalla produzione.
Il problema degli odori è però risolvibile mediante una corretta gestione dell'impianto, infatti le vasche per lavorare devono essere completamente sigillate. Molte di queste centrali stanno sorgendo lontano dalle zone di produzione del liquame e vicino alle abitazione con conseguente pesante disagio per le popolazioni. Questo comporta tra l'altro uno spostamento di migliaia di camion a livello esclusivamente locale in quanto gli impianti sono alimentati da filiera corta con una conseguente diminuzione dell'inquinamento derivante dal trasporto su lunghe distanze.
L'altro problema è che i digestori non riescono a neutralizzare completamente i batteri presenti nella fermentazione. Essi permangono nel digestato, cioè nello scarto dei digestori che viene successivamente smaltito nei terreni. Per questo motivo la regione Emilia-Romagna nelle sue Linee guida per la localizzazione delle centrali a biogas (delibera dell’Assemblea regionale n. 51 del 26 luglio 2011) stabilisce che il territorio di produzione del Parmigiano-Reggiano è considerato non idoneo all’installazione di impianti di produzione di energia da biogas. In Germania alcuni ricercatori hanno suggerito che l'epidemia di Escherichia coli che ha colpito la Germania nell'estate del 2011 causando 18 morti e le migliaia di casi di botulismo osservato negli animali tra l'estate del 2011 e l'inizio del 2012 sono stati causati dalla presenza delle centrali a biogas. (Wikipedia)

L'impianto di Lauzacco
La centrale in fase di realizzazione nel nostro Comune è un'iniziativa dell'Azienda Agricola Eneri-giove di Rivignano in collaborazione con alcuni agricoltori locali. Si tratta di un impianto con una potenza di 1 Mw, che occuperà 2 ettari di superficie e sarà alimentata da sola biomassa vegetale che richiederà una superficie coltivata di 300 ettari. L'impianto costerà circa 4 milioni di euro e avrà una vita presunta di 15 anni (tale infatti è la durata degli incentivi).

Il ruolo dell'Amministrazione comunale
Numeri che parlando di un'iniziativa dal forte impatto economico, ambientale e paesaggistico. Il Comune è uno dei soggetti deputati alla valutazione di tale impatto: non è l'unico, non ha potere di veto, ma è l'interlocutore chiamato a tutelare gli interessi del territorio.
La procedura che ha portato al rilascio dell'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio è iniziata nel giugno del 2010 e, passando attraverso 2 conferenze dei servizi, si è conclusa nel maggio 2012. Il Comune di Pavia di Udine nei diversi passaggi ha ottenuto il rispetto di alcune prescrizioni e la concessione di alcune contropartite compensative:
l'esclusivo utilizzo di biomasse vegetali;
la realizzazione di una viabilità di accesso all'impianto sul tracciato previsto dal Piano Regolatore per il nuovo ingresso all'abitato di Lauzacco;
il ripristino delle condizioni iniziali delle aree utilizzate alla chiusura dell'impianto;
la fornitura gratuita per 15 anni del teleriscaldamento all'edificio delle Scuole Medie di Lauzacco.

Alcune conclusioni
Crediamo che un'iniziativa imprenditoriale che investe sul territorio, coinvolgendolo e offrendo alle aziende locali delle occasioni di sviluppo, vada considerata positivamente. È necessario però un'attenzione rigorosa al fine di prevenire il rischio di speculazioni, diffuse purtroppo anche nel mondo della green-economy, che possono rivelarsi dannose per l'ambiente e per le persone.
In questa prospettiva crediamo che l'Amministrazione comunale ben si sia mossa rispetto alla realizzazione della Centrale di Lauzacco, rispettando l'iniziativa privata, ma imponendo vincoli giusti e chiedendo contropartite adeguate.
Rimangono a margine dell'intera vicenda alcune questioni aperte:
quando potrà essere completata la viabilità d'ingresso a nord di Lauzacco con il collegamento alla  rotonda d'ingresso alla Ziu?
è possibile pensare delle forme di coinvolgimento e informazione della cittadinanza anche prima della chiusura del procedimento autorizzativo? Il progetto “Paesaggio 21”, a cui anche il Comune di Pavia di Udine ha aderito nel 2009, può offrire dei percorsi per una maggior condivisione fra i diversi portatori di interessi nelle scelte che riguardano l'ambiente?
Questo secondo punto per altro è strettamente legato all'assenza di una programmazione  regionale in ambito energetico e ambientale (vedi anche il caso Elettrodotto). La Regione Friuli Venezia Giulia, infatti, non ha un Piano energetico aggiornato e nemmeno un Piano paesaggistico, inoltre manca anche una integrazione fra politiche agricole, infrastrutturali e ambientali (la sopracitata esperienza dell'Emilia Romagna può rappresentare un esempio di cosa si potrebbe fare). Un forte ruolo di programmazione da parte della Regione potrebbe offrire agli Enti Locali strumenti adeguati e criteri chiari per scegliere in materia ambientale dentro ad un quadro coerente ed organico in grado di affrontare problematiche che, come abbiamo visto, possono andare anche al di là delle risorse e delle prospettive di un Comune di 5000 abitanti.

Raffaele Fabris e Francesco Rodaro

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