domenica 9 febbraio 2014

Urbanistica, paesaggio, ambiente - sintesi degli incontri del Laboratorio per Pavia di Udine

Breve sintesi degli interventi ascoltati durante gli incontri del Laboratorio per Pavia di Udine.

Risano, 4 febbraio 2014 - Gian Franco Pascutti, architetto urbanista e redattore del PRG di Pavia di Udine, e Maria Grazia Santoro, architetto urbanista e assessore regionale, ci hanno parlato di urbanistica dandone prima una definizione per poi raccontandoci alcuni particolari del loro lavoro su Pavia di Udine (Pascutti) e in Regione (Santoro). Qui sotto trovate una sintesi parziale e riduttiva del contributo che ci hanno offerto.

Che cos'è urbanistica?

Gian Franco Pascutti – é difficile darne una definizione veloce, sicuramente ci sono due dimensioni diverse che si intrecciano nell’urbanistica: la pianificazione territoriale, ovvero costruire relazioni fra le parti che vivono un territorio, e l'insieme delle norme che regolano queste relazioni. È una disciplina complessa perchè non è semplicemente un progetto e la sua realizzazione. È in un certo senso la sintesi fra la previsione di un territorio e il suo cambiamento effettivo, per cui la realizzazione della previsione. A influire sulla realizzazione di una pianificazione urbanistica ci sono fattori molteplici e distinti fra loro: l'economia, la politica, la libertà dei singoli cittadini, la cultura nelle sue diverse declinazioni. Una buona urbanistica è quella che riesce a produrre la sintesi fra pianificazione e vita reale di un territorio.

Maria Grazia Santoro – Urbanistica è tante cose: governo del territorio, pianificazione, norme, tutela del paesaggio... non credo che una di queste definizioni ne renda la complessità. Credo che si possa parlare di urbanistica quando c'è un pubblico che interviene regolando il privato per salvaguardare un bene comune (il territorio, ma anche la salute, la sicurezza, la libertà delle singole persone …).
Un tempo questo bene comune era la possibilità di crescita e sviluppo economico per cui quanti cubi prevedere per permettere l'aumento della popolazione e della ricchezza. Oggi la prospettiva è cambiata, il bene comune che il pubblico deve tutelare è la vivibilità di un ambiente da parte delle persone che lo abitano. (Esempio: la città di Udine aveva un piano regolatore che immaginava uno sviluppo urbano che la portasse a 125000 abitanti e dunque prevedeva aree edificabili per raggiungere quell’obiettivo. La storia ha dimostrato che che quella previsione era sbagliata e il nuovo piano regolatore ha lavorato non sul prevedere sviluppo urbano, ma sul migliorare la vivibilità della città riducendo la cubatura edificabile).

Questo cambiamento passa attraverso il riconoscimento e l’ascolto dei bisogni dei cittadini. L’urbanistica dunque oggi è innanzitutto descrivere un territorio per capirlo e migliorarlo attraverso un processo che deve essere al tempo stesso di partecipazione e di decisione.

L’urbanistica è scoprire il tesoro di un territorio, riconoscere qual’è la sua vocazione e renderla attuabile.


Il piano regolatore generale di Pavia di Udine e la variante generale 47

Gian Franco Pascutti – Il Piano Regolare Generale di Pavia di Udine risale al 1979 e finora è stato aggiornato attraverso molte varianti particolari che non hanno mai messo mano al quadro generale dello strumento. La coeranza delle stesso è stata mantenuta anche grazie al fatto che c’è stato un unico redattore (io stesso) che se ne è occupato. L’occasione data dalla necessità di informatizzare il Piano ha permesso di elaborare una variante generale dello stesso che ha avuto la funzione di riordinarlo e tenendo conto delle molte varianti puntuali fatte.

Alcune considerazioni su PRG:

Piano di espansione: Pavia di Udine ha visto circa 5 anni fa un esaurimento del proprio piano di espansione per cui allora si è intervenuti con una variante puntuale che ha individuato nuove aree edificabili che ancora oggi non sono state realizzate. Oggi dunque non è stato necessario prevederne di altre;

Viabilità: il territorio tradizionalmente presenta le direttrici nord-sud funzionali e adeguate, mentre quelle est-ovest sono problematiche e inadeguate (attraversano i paesi, non sono lineari…) Tale problema però è stato notevolmente ridimensionato dalla crisi economica ed in particolare da quella che ha colpito i distretto del manzanese;

Paesaggio: il territorio è fortemente antropizzato e il paesaggio si presenta come quello friulano tipico…

Insediamenti dismessi e centri storici: i centri storici degli abitati presentano alcune aree dismesse, in particolare la variante generale ha affrontato l’area Garzitto a Percoto. Un insediamento industriale a ridosso del centro paese. Non si è vista altra soluzione che prevederne un uso abitativo…


La prospettiva della Regione in materia urbanistica e paesaggistica

Maria Grazia Santoro - La Regione ha un ruolo propriamente legislativo in materia urbanistica e paesaggistica. In questo dagli anni ‘90 in poi il Friuli Venezia Giulia ha perso un patrimonio di competenze e innovazioni importanti: nel 1978 la nostra Regione è stata la prima a dotarsi di un Piano urbanistico, oggi invece c’è povertà legislativa e soprattutto una scarsa consapevolezza del ruolo che la regione deve assumere in materia urbanistica. La prima urgenza per il governo regionale è quella di invertire questa tendenza.

Un altro tema è la tutela paesaggistica. Semplificando in modo estremo la legge Galasso negli anni 90 ha introdotto delle tutele individuando dei criteri nazionali e sommari per la tutela del paesaggio e del territorio. La Regione deve fare un Piano paesaggistico regionale che dettagli e attui le tutele in modo specifico e adeguato alla nostra situazione.

Alcuni focus:

è necessaria e stiamo attuando una semplificazione degli interventi di manutenzione del territorio;

stiamo lavorando a 3 novità nell’operatività regionale in materia urbanistica:
  1.     l’interlocuzione con i Comuni
  2.     una piattaforma informativa
  3.     curare la partecipazione

aree industriali e commerciali: da un lato sembra scontato un blocco dopo uno sviluppo eccessivo, dall’altro non possiamo trascurare le esigenze di sviluppo economico, per cui stiamo pensato a delle forme di incentivo che valorizzino gli investimenti nelle aree già previste e attrezzate e in particolare quelli che riutilizzano convertendo edifici già esistenti;

il territorio non urbanizzato e non edificato è una risorsa per il comparto agricolo e per questo va tutelato e salvaguardato.

[testo non rivisto dai relatori]

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